È possibile sentire la mancanza del Disturbo Alimentare?

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Le immagini spesso evocano nostalgia per i ricordi, le persone e i luoghi che rappresentano, ma a volte si prova una nostalgia diversa: quella per il Disturbo Alimentare.

La manza del Disturbo Alimentare comincia, spesso, con un pensiero fugace, vedendo una foto di te stesso: “Oh, ricordo quel vestito. Qualcuno mi disse quanto stavo bene quel giorno, chiedendomi ‘Qual è il tuo segreto?'”.

Trovi un’altra foto e ci sono altri pensieri: “Ero orgoglioso di quanto fossi magro e di aver detto ‘no’ al gelato che gli altri stavano mangiando.” A quel tempo, quei commenti e pensieri alimentavano un (apparente) senso di benessere. La validazione esterna? Sì. La conferma che ciò che stavo facendo funzionava? Sì. Dimostrazione di “autodisciplina”? Sì.

Tutto questo può creare una serie di altri pensieri che si trasformano in ricordi della malattia. Quando accade questo si può provare vergogna, dubitare della guarigione, chiedersi se questi sentimenti siano normali e temere di essere l’unico a provarli. Sappi che: è normale provare questi sentimenti. È parte del processo di recovery da un Disturbo Alimentare.

La nostalgia per il Disturbo Alimentare durante il recovery

Provare nostalgia per alcune parti del tuo disturbo alimentare è parte del processo di recupero di cui, nella mia esperienza personale (che non riflette necessariamente quella di altri), si parla poco e che inizialmente non sapevo come affrontare.

Quindi, cosa possiamo fare quando questi sentimenti si insinuano? Nella mia esperienza, essere onesti con se stessi è il primo passo da fare. Di seguito sono riportati alcuni aspetti del disturbo alimentare che spesso si ricordano con nostalgia, seguiti da verità per dare una visione più realistica della malattia e di quello che toglie.

4 aspetti del DCA di cui potresti sentire nostalgia e verità da ricordare

Il tuo corpo durante il Disturbo Alimentare

Se il tuo disturbo alimentare ha comportato un cambiamento nell’aspetto del tuo corpo (che, sia chiaro, non è sempre il caso. È un malinteso comune che tutte le persone con disturbi alimentari abbiano una certa dimensione corporea o un cambiamento nell’aspetto. In realtà, meno del 6% delle persone con disturbi alimentari ricevono una diagnosi di “sottopeso”). Tuttavia, se hai sperimentato un cambiamento nell’aspetto del tuo corpo, potresti provare nostalgia nel vedere una foto di te stesso durante il periodo del disturbo alimentare. Quando sentivo la mancanza di quel corpo provavo vergogna e tanta confusione. Pensavo di aver fallito: Potevo davvero considerarmi guarita? Significa che stavo facendo dei passi indietro? Se, durante il percorso, senti che quel corpo ti manca, ricorda che:

  • “Quanto è umano da parte tua”: Quando ho avuto il coraggio di ammettere questi pensieri ad alta voce, il mio terapeuta ha sorriso e, senza esitazione, ha risposto: “Quanto è umano da parte tua.” Quanto è umano da parte tua che ti manchi qualcosa che per un periodo è stato come una ‘casa’, quanto è umano da parte tua piangere la perdita di qualcosa che per un periodo è stato parte della tua identità. Queste parole continuano a ricordarmi che non sono un robot, che sono un essere umano complesso con un insieme complesso di emozioni (a volte contrastanti). Puoi essere grato per quanto strada hai fatto e puoi avere momenti in cui ti manca il punto in cui ti trovavi. Uno non esclude l’altro. Il fatto che ti possa mancare quel corpo che raccontava di un Disturbo Alimentare, non sminuisce il lavoro che hai fatto (e che stai facendo) nel recovery.
  • Quel corpo ti isolava: Quel corpo poteva apparire ‘bello’ secondo gli standard irrealistici, non salutari e, probabilmente, pericolosi della società, ma tu eri infelice e perdevi opportunità di socializzare, uscire a mangiare con gli amici, essere presente nei momenti con la tua famiglia, e provare la gioia che deriva da queste esperienze.
  • Quel corpo era malato: I mal di testa dovuti alla restrizione, i dolori e le sofferenze nel cercare di funzionare bene mentre eri a corto di energie, e l’invasione delle emozioni provocate dalla ricerca instancabile di ottenere e mantenere quel corpo ti lasciavano fisicamente esausta, a volte persino incapace di svolgere le attività quotidiane.

I Complimenti ricevuti

È stato quando raggiunsi il mio peso più basso, che cominciai a ricevere complimenti sul mio corpo e sul cambiamento nel mio aspetto. Questi commenti sul mio corpo avvenivano in modo regolare (È sorprendente quanto facilmente molti commentino, complimentino e critichino l’aspetto dei corpi degli altri, vero?). E mentre, ora, riconosco il danno che questi complimenti hanno fatto, quanto è umano da parte mia mancare qualcosa che mi faceva sentire bene in quel momento.Se, come me, ti ritrovi a sentire la mancanza di questi complimenti, ricorda queste verità:

  • Quei complimenti non erano mai veramente su di te: Erano il riflesso di uno standard sociale sui nostri corpi. A volte, questi tipi di complimenti sono persino un riflesso delle insicurezze delle altre persone. È stato un sollievo per me ricordare che i complimenti che le persone mi facevano erano più un riflesso di uno standard arbitrario e malsano di ciò che ‘sembra bello’ che non di me.
  • Il tuo valore non deriva dalla forma del tuo corpo: I complimenti sull’estetica del del tuo corpo non sono complimenti sulla tua intera persona. Ci sono così tanti aspetti più interessanti e unici di te che non la dimensione e l’aspetto del tuo corpo. In effetti, nessun complimento o mancanza di complimento (sulla dimensione del corpo, sull’aspetto o su qualsiasi altra cosa – persino sul carattere, sulla personalità, sulle capacità) ha la capacità di assegnare, aumentare o togliere il tuo valore come essere umano.

Il Senso di controllo

Potrebbe arrivare a mancare anche quel senso di controllo, comfort o ‘realizzazione’ che si prova quando tracci le calorie conoscendo perfettamente quell’alimento, quando controllavi il tuo corpo o monitoravi il numero sulla bilancia ogni mattina. Se questo è il tuo caso, ricorda queste verità:

  • Questo controllo che sentivi era fugace: Nessuna quantità di restrizione o abbuffata forniva un vero controllo sulle parti della vita o sulle emozioni che stavamo vivendo. Quando la soddisfazione che ottenevi dal controllo iniziava a perdere il suo potere, c’era sempre un nuovo obiettivo, un numero, un nuovo traguardo da raggiungere che non arrivava mai ma si rigenerava sempre.
  • Un controllo (apparente): L’iperfocus sull’assunzione di cibo, sul peso corporeo e sul riflesso nello specchio veniva a discapito della relazione con altre persone. Mancanza di relazione con amici e familiari durante un pasto, impossibilità di godersi veramente una serata fuori con le amiche, o fare (e poi mangiare) biscotti con la tua famiglia. Qualunque cosa fosse, il controllo impatta negativamente tutti i momenti di condivisione e convivialità.

L’iperattività e l’allenamento continuo

Se parte del tuo disturbo alimentare era l’esercizio compulsivo, e parte del tuo percorso di recupero è stato prendere una pausa da qualsiasi tipo di movimento, o disimpegnarti completamente dall’idea andare in palestra , potresti sentire un vuoto che la tua routine in palestra riempiva (anche se temporaneamente).Quando la nostalgia per l’allenamento si insinua, ricorda queste verità:

  • Non c’è spazio per altro Pianificare la propria vita in base all’orario in cui avresti corso, in cui saresti andato in palestra o fatto qualche altra forma di attività fisica non era solo fisicamente stancante, ma occupava anche molto del tuo spazio mentale. Ti privava della capacità di vivere nel “qui ed ora”, di dire di sì ai piani dell’ultimo minuto.
  • Provare a colmare un vuoto Una mia amica mi ha spiegato che, nel processo di guarigione del suo rapporto con il corpo e il movimento, si è resa conto che faceva esercizio partendo da un senso di mancanza, con l’idea che le mancasse qualcosa e che l’esercizio potesse aiutarla a ‘ottenerlo’. Sentiva che c’era un divario tra dove era e dove ‘doveva’ essere.

Affrontare la nostalgia del Disturbo Alimentare

La nostalgia per il tuo disturbo alimentare è qualcosa da riconoscere per quello che è, permettiti di sentirla e poi affrontala direttamente. Quando ti permetti di riconoscere la nostalgia (o altre emozioni), ti concedi lo spazio per confrontarti con questi sentimenti con verità che possono aiutare a demistificare la nostalgia e mantenere il disturbo alimentare al suo posto (dietro di te).

Incontra quella nostalgia con le verità che ti aiutano a ricordare il duro lavoro che hai fatto, quanto sei andato avanti e la vita piena di esperienze che ti aspettano mentre continui a vivere ogni giorno libero dalla voce del tuo disturbo alimentare.

Strategie per gestire la nostalgia del Disturbo Alimentare

  1. Riconosci la Nostalgia: Ammettere a te stesso che stai provando nostalgia è il primo passo verso la gestione di questi sentimenti. Non ignorare o reprimere queste sensazioni, ma riconoscili come parte del processo di guarigione.
  2. Confronta la nostalgia con la verità: Quando emergono sentimenti di nostalgia, ricordati delle verità sul tuo disturbo alimentare e su come ha influenzato negativamente la tua vita. Questo può aiutare a bilanciare la tendenza della nostalgia a romanticizzare i ricordi.
  3. Cerca supporto: Parla con un terapeuta, un amico fidato o un gruppo di supporto per condividere i tuoi sentimenti. Non sei solo in questo percorso, e condividere le tue esperienze può fornire un grande sollievo.
  4. Focalizzati sui passi avanti: Ricorda quanto sei andato avanti nel tuo percorso di recovery. Celebra i piccoli e grandi successi che hai raggiunto e usa questi come motivazione per continuare a progredire.
  5. Coltiva nuove abitudini: Trova attività e abitudini salutari che ti portino gioia e soddisfazione. Questo può aiutarti a creare nuove associazioni positive e ridurre il desiderio di tornare alle vecchie abitudini legate al disturbo alimentare.

Conclusione

Il percorso di recovery da un disturbo alimentare è complesso e pieno di sfide. La nostalgia per il disturbo alimentare può emergere, ma è importante ricordare che questi sentimenti sono normali e fanno parte del processo di guarigione. Riconoscili, affrontali e continua a muoverti, ad andare avanti ricordandoti che la soluzione non è nel Disturbo Alimentare. Celebra i tuoi progressi e guarda avanti alle esperienze ricche e piene di significato che ti aspettano.

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