Quanto dura il percorso di cura per i Disturbi Alimentari?

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Iniziare un percorso di cura per i Disturbi Alimentari può essere difficile. Hai la mente affollata di domande: funzionerà? Come sarà la mia vita durante il percorso? Posso farcela? E una domanda che ricorre spesso è: quanto tempo ci vorrà? È naturale chiederselo. Quando si sta per affrontare qualcosa di grande e ignoto come un percorso di recovery, il fatto di sapere quanto durerà, di avere un traguardo da raggiungere, può rappresentare un conforto. Quindi, approfondiamo l’argomento: quanto dura realmente il trattamento di un Disturbo Alimentare? 

Quanto dura la cura di un Disturbo Alimentare? Dipende

Per quanto possiamo desiderare che ci sia una risposta univoca e precisa, la realtà è che la durata del trattamento di un Disturbo dell’Alimentazione è molto variabile e dipende da una serie di fattori differenti. “La durata del percorso di cura può variare notevolmente”, afferma Kathryn Coniglio, dottoressa di ricerca e responsabile dello sviluppo dei programmi presso Equip. L’esperta spiega che, per i livelli di cura più elevati, come il trattamento ospedaliero, residenziale o in day-hospital, un percorso individuale può durare da alcune settimane a un anno o più. Lo afferma citando uno studio recente che ha rilevato che la durata media della permanenza nei centri di trattamento residenziali variava da 17 a 377 giorni. 

Spesso, ma non sempre, più un programma è intenso, più è breve: per esempio, una persona potrebbe seguire un programma di ospedalizzazione parziale (che può consistere in otto ore al giorno, per cinque giorni alla settimana) per quattro settimane, per poi passare a un programma ambulatoriale intensivo (che può consistere in tre ore al giorno, per quattro giorni alla settimana) della durata di otto settimane. 

“Inoltre, è importante ricordare che, durante l’intero percorso di recovery, il paziente può ricevere cure in strutture diverse”, afferma Coniglio. “In molti casi, queste persone hanno convissuto con il Disturbo Alimentare per molto tempo prima di accedere alle cure”. Infatti, la ricerca ha dimostrato che il percorso di guarigione non è lineare e può protrarsi per anni. Nel mio percorso di cura, ho trascorso periodi di diversa durata in strutture differenti (tre settimane di ricovero, sei mesi di programma ambulatoriale intensivo, diversi mesi di trattamento residenziale, anni di trattamento ambulatoriale) prima di raggiungere finalmente la guarigione. 

Uno dei motivi per cui la guarigione può richiedere tempi così lunghi è che, purtroppo, le ricadute sono comuni nei Disturbi Alimentari, e quindi il percorso deve tenerne conto. Uno studio ha definito la prevenzione delle ricadute “una questione essenziale” per la guarigione dall’anoressia nervosa. Inoltre, ha sottolineato l’importanza che tutti i pazienti affetti da anoressia sviluppassero un piano di prevenzione personalizzato al termine del percorso e fossero monitorati per almeno diciotto mesi dopo la dimissione. […]

Tuttavia, questo non significa che il trattamento dei Disturbi Alimentari richieda sempre anni. “Esistono diversi approcci ambulatoriali che possono trattare con successo i Disturbi Alimentari in tempi molto più brevi”, spiega Coniglio. Due di questi sono il trattamento basato sulla famiglia e la terapia cognitivo-comportamentale, che si sono dimostrati efficaci in tempi relativamente brevi. “Queste modalità di trattamento possono essere utilizzate con diverse diagnosi e, nell’ambito di studi clinici, si sono rivelati capaci di condurre alla remissione dei sintomi in pochi mesi”, afferma la dottoressa.

Fattori che incidono sulla durata del trattamento 

Così come i Disturbi Alimentari si manifestano in modo diverso da individuo a individuo, anche il percorso di guarigione è unico. Due persone apparentemente uguali sulla carta (stessa età, stessa diagnosi, stessi dati demografici) posso presentare esigenze molto diverse dal punto di vista della durata del trattamento. Tuttavia, esistono alcuni fattori che tendono a incidere sulla durata del percorso di cura: 

  • Età: alcune ricerche hanno dimostrato che i pazienti che iniziano il percorso in giovane età hanno bisogno di un trattamento più breve rispetto ai pazienti più anziani. 
  • Peso: una meta-analisi ha rilevato che un peso più basso all’ingresso era associato a un trattamento di maggiore durata, mentre un altro studio ha evidenziato che per i pazienti con anoressia, il peso registrato all’ingresso incideva sulla durata della degenza. 
  • Patologie co-occorrenti: Coniglio spiega che modalità terapeutiche come il trattamento basato sulla famiglia e la terapia cognitivo-comportamentale sono sufficientemente flessibili per affrontare disturbi co-occorrenti quali depressione, ansia o disturbo ossessivo compulsivo. Alcuni professionisti possono decidere di trattare ciascuna patologia in modo sequenziale, il che può prolungare la durata complessiva del trattamento. Tuttavia, sottolinea l’esperta “si tratta di qualche settimana o mese in più, non di anni!”. Entrambe le opzioni sono supportate dai dati
  • Durata della malattia: alcune ricerche dimostrano che quanto più a lungo una persona convive con un Disturbo Alimentare, tanto più lungo sarà il percorso di cura (ed è per questo che sosteniamo sempre l’importanza di un trattamento precoce). Tuttavia, evidenzia Coniglio, “un accesso non immediato a cure di alta qualità incide sulla durata della malattia. Sono tante le barriere che contribuiscono a questo, tra cui il costo e l’accessibilità delle cure. È quindi difficile stabilire se la durata della malattia influisca di per sé sulla durata del trattamento o se il problema principale sia il lasso di tempo che intercorre tra la diagnosi di Disturbo Alimentare e l’accesso al trattamento”. 



A prescindere da questi fattori, è importante ricordare che una guarigione duratura è possibile per chiunque soffra di un Disturbo Alimentare. “Non importa quanto tempo ci vorrà, è dimostrato che le persone possono guarire indipendentemente dall’età o dalla diagnosi ricevuta all’inizio del percorso”, afferma Coniglio. 

Traduzione della prima parte dell’articolo How Long Is Eating Disorder Treatment?, scritto da Kate Willsky.

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