Cosa ci racconta il nuovo report di Dove sulla bellezza?

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The Real State of Beauty è il nome della nuova ricerca condotta da Dove a 20 anni dal lancio della campagna per la Bellezza Autentica. Dove ha condotto una ricerca globale sulla bellezza, intervistando 33.000 persone in 20 paesi. Nonostante alcuni cambiamenti positivi, la situazione con la percezione della bellezza nel 2024 è ancora preoccupante.

Rinuncerei ad un anno della mia vita per raggiungere il mio ideale di bellezza

Se da una parte le donne italiane sono oggi meno propense a credere che i media stabiliscano standard di bellezza irrealistici rispetto a venti anni fa, dell’altra parte emerge che 2 donne su 5 rinuncerebbero ad un anno della propria vita per raggiungere i propri ideali di bellezza. Se guardiamo poi alle donne appartenenti a gruppi oggetto di emarginazione la percentuale sale.

Nonostante i progressi, la bellezza rimane una “moneta troppo potente” e le donne avvertono una continua pressione per incarnare ideali di perfezione che colpiscono la popolazione di genere maschile: il 74% dei ragazzi non considerare che il proprio corpo sia abbastanza muscoloso per i canoni attualmente stabiliti.

L’oggettificazione del corpo delle donne

Con il termine oggettificazione si indica una forma di deumanizzazione che riduce il corpo di una persona ad un oggetto sessuale.

Nel report condotto da Dove 2 donne su 3 (65%), il 7% in più rispetto al 2016, sentono più pressione per essere belle rispetto a 8 anni fa. media globale: 70%, +15% vs. 2016 6 Questa pressione è avvertita maggiormente dalle donne con condizioni legate alla salute mentale (80% vs. 63%), donne LGBTQ+ (72% vs. 65%) e donne con corpi più robusti (70% vs. 64%).

A livello sociale, il report evidenzia come si ci aspetti che le donne siano snelle, abbiano un aspetto sano e una vita piccola. Tutto questo è alimentato dalle nuove frontiere dell’industria della dieta e della cosmesi: 3 donne (29%) e ragazze (32%) su 10 ritengono che non ci siano scuse per non essere belle con tutto ciò che è disponibile oggigiorno, ma sono meno propense a esprimere tali sentimenti rispetto alle medie globali. Inoltre, oltre la metà delle donne (54%) e delle ragazze (52%) percepisce la pressione di sottoporsi a procedure estetiche da parte dei social media e degli influencer. Questa pressione è ancora maggiore tra le donne con condizioni legate alla salute mentale (58% vs. 53%) e le donne con disabilità fisiche (55% vs. 53%).

L’impatto delle Intelligenza Artificiale sulla bellezza

Nel mondo attuale, in continua e rapida evoluzione, la pressione arriva da ogni lato. L’intelligenza artificiale sta saturando i nostri feed con immagini dannose che promuovono ideali di bellezza irrealistici. Solo nell’ultimo anno, sono state create oltre 15 miliardi di immagini tramite algoritmi text-to-image, e il 62% dei creatori di contenuti afferma di utilizzare l’IA per produrre i propri lavori. Sebbene l’IA possieda il potenziale per stimolare la creatività e democratizzare l’accesso alla bellezza, senza una maggiore trasparenza e inclusività, questi contenuti continueranno a perpetuare standard di bellezza limitanti. I confronti sociali con immagini alterate possono provocare ansia e avere un impatto negativo sull’immagine corporea e sull’autostima di donne e ragazze.

The Real Cost of Beauty

La pubblicità “Cost of Beauty“, realizzata da Dove per sensibilizzare sul tema dei Disturbi Alimentari racconta la storia di Mary, una bambina profondamente influenzata dai social media, portandola a sviluppare gravi disturbi alimentari. Come molte altre della sua età, Mary è stata ricoverata in un centro per la cura dei Disturbi Alimentari e ricevere supporto psicologico nel tentativo di ricostruire la sua identità, distrutta dai modelli tossici promossi dai media.

Questa iniziativa, sviluppata in collaborazione con la National Alliance for Eating Disorders e Project Heal, mira anche a promuovere cambiamenti legislativi che possano affrontare la crisi della salute mentale tra i giovani. L’obiettivo è creare consapevolezza e spingere per interventi normativi che proteggano i giovani dagli effetti nocivi dei social media sulla loro salute mentale.

L’impatto degli stereotipi sui Disturbi Alimentari

La cultura nella quale viviamo influenza, come abbiamo visto, il modo in cui le persone vivono e percepiscono il proprio corpo. In un mondo che osanna la bellezza e la definisce secondo specifici criteri e misure, è facile credere che attraverso il controllo del proprio corpo si possa ottenere una vita migliore oppure, nel versante opposto, è facile sentirsi in colpa o in difetto quando il proprio corpo non rispecchia i canoni che ci hanno impostato.

Consapevoli di questo scenario, i Disturbi Alimentari si inseriscono lì dove c’è un profondo senso di inadeguatezza e di vuoto che si lega anche, ma non solo, al rapporto con il proprio corpo e alla considerazione che si ha del proprio corpo: uno studio pubblicato sull'”International Journal of Eating Disorders ha rilevato che l’esposizione a immagini di corpi magri nei media è associata a un aumento dell’insoddisfazione corporea e a un rischio maggiore di sviluppare disturbi alimentari.

Abbiamo la necessità di creare una comunicazione più inclusiva e una narrazione autentica perché quello che vediamo ha un impatto sulla valutazione del nostro corpo e, anche, della nostra vita. Comestai crede nel creare una nuova comunicazione sui Disturbi Alimentari che sappia mettere al centro la persona, la sua storia e i suoi valori.

Se tu o una persona a te cara avete un rapporto complesso con il corpo, contattata il team di Comestai. Siamo qui per accompagnarti nel percorso di recovery.

Bibliografia

Cohen, R., Blaszczynski, A. Comparative effects of Facebook and conventional media on body image dissatisfaction. J Eat Disord 3, 23 (2015). https://doi.org/10.1186/s40337-015-0061-3

Dove, The Real State of Beauty: un report globale (2024)

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