I Disturbi Alimentari sono malattie mentali che si sviluppano attraverso un rapporto complesso con corpo, cibo e peso. La relazione con la propria immagine corporea o con il cibo è l’espressione sintomatologica di un dolore, un trauma, un’esperienza più complessa che non si riesce a tradurre a parole.
“Quando mi sono ammalata di Binge Eating non me ero accorta. Non pensavo fosse un problema, e nemmeno gli altri”
Anita
Perché ci si ammala di un disturbo alimentare?
I disturbi alimentari sono malattie multifattoriali, questo significa che si sono diversi fattori che possono portare alla loro insogenza. È difficile che ci sia una sola causa.
É utile suddividere le casue in tre “fattori” P
- Fattori predisponenti, indicano quei fattori che sono precondizioni necessarie per lo sviluppo di un Disturbo Alimentare. Sono quindi elementi già presenti nella persona o nell’ambiente in cui la persona vive prima dell’insorgenza della malattia. Tra i fattori predisponenti troviamo la genetica, la personalità e anche i fattori biologici, psicologici e socioculturali.
- Fattori precipitanti, definiti anche come “attivati”, sono quell’insieme di fattori che sembrano dare inizio al disturbo alimentare. Sono, in parole più semplici, “la goccia che fa traboccare il vaso”
- Fattori perpetuanti, dopo lo sviluppo di un disturbo alimentare, ci sono elementi che mantengono la malattia nel corso del tempo facendo perpetuare determinati comportamenti disfunzionali.
Le cause di un disturbo alimentare sono molteplici e spesso si combinando in modi diversi a seconda della storia della persona e della sua esperienza di vita.
I Disturbi Alimentari riguardano il cibo?
Il complesso rapporto con corpo, cibo e peso che si sviluppa in chi soffre di Disturbi Alimentari è l’espressione sintomatologica di un disagio e un dolore profondo che non si riesce ad esprimere a parole.
Nonostante il ruolo che il corpo e il cibo hanno in questa malattia, il termine stesso a volte ci confonde. Il problema nei disturbi alimentari non è il cibo di per sè, ma il ruolo che assume per quella persona, il valore simbolico che acquisisce.
Come affermano R. Bryant-Waugh e B. Lask nel libro “Disturbi Alimentari: guida per genitori e insegnanti” I Disturbi Alimentari hanno a che fare più con la distorta e negativa percezione di se stessi e del corpo che con il cibo o il mangiare.
Comprendere questo aspetto è fondamentale per evitare giudizi e pregiudizi, è importante anche che i professionisti che trattano un disturbo alimentare siano adeguatamente formati al fine di creare un ambiente terapeutico in cui la persona, la sua storia e le sue emozioni sono messe al centro.
Quali sono i disturbi alimentari?
Questi disturbi differiscono tra loro per le modalità con una una persona si rapporta al corpo, al cibo e al peso. Tuttavia è importante considerare che l’attuale classificazione del Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5) non tiene conto dell’intersezionalità che caratterizza i Disturbi Alimentari e della soggettività che c’è dietro un comportamento complesso con il proprio aspetto o con la cucina.
Quelli più noti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge-eating disorders (o Disturbi da Alimentazione Incontrollata). Esistono poi i Disturbi Alimentari non altrimenti specificati (OSFED) dove rientrano qui disturbi dell’alimentazione che non soddisfano i criteri di nessuno specifico disturbo dell’alimentazione.
A questi sia aggiungono poi i “nuovi disturbi alimentari” come l’ortoressia nervosa, la vigoressia (o anoressia inversa), l’ARFID, la pica, la drunkoressiaa, la pregoressia o la NIght Eating Syndrome.