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Binge Eating Disorder

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è uno dei DCA più diffusi, ma quello di cui si parla meno. 

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Binge Eating Disorder

“Il vero problema non era il cibo, era diventato semplicemente il mezzo per scappare dalle mie emozioni e paure, tra cui proprio quella del giudizio”.

Dalla storia di D., sul blog di Animenta

Il binge eating disorder (BED), o disturbo da alimentazione incontrollata, è un Disturbo Alimentare caratterizzato da frequenti abbuffate in cui la persona sente di perdere il controllo e prova una profonda angoscia per l’abbuffata stessa. Soffrire di binge eating non significa mangiare più del solito in qualche occasione; quando si convive con questo disturbo, l’abbuffata può verificarsi ogni giorno, e anche più volte al giorno. Più precisamente, secondo un articolo della Cleveland Clinic, il disturbo da alimentazione controllata viene diagnosticato secondo i seguenti criteri:

  • Il soggetto sperimenta episodi in cui, in un lasso di tempo limitato (da una a due ore), consuma una quantità di cibo superiore a quella che la maggior parte delle persone consumerebbe nello stesso periodo di tempo.
  • La persona avverte una compulsione o un senso di mancanza di controllo rispetto al mangiare.
  • Le abbuffate si verificano almeno una volta a settimana e si protraggono per diversi mesi
  • L’individuo prova un senso di angoscia e/o disprezzo per se stesso legato alla propria abbuffata.

     

A differenza della bulimia nervosa, il binge eating non prevede l’utilizzo di metodi di compensazione in seguito all’abbuffata. In particolare, chi soffre di questo disturbo non ricorre a condotte di eliminazione o a un esercizio fisico eccessivo per eliminare le calorie ingerite. D’altra parte, alcune persone affette da BED sono costantemente a dieta. Possono cercare di limitare le calorie prima di un’abbuffata, oppure ridurre l’assunzione di cibo per rimediare a un episodio di alimentazione incontrollata.

Binge eating disorder: cosa rappresenta l’abbuffata?

Come si spiega in un articolo di Animenta, il soggetto affetto da binge eating spesso è una persona che vive dei blocchi emotivi, trova difficoltà nella gestione dei propri impulsi o cerca di fuggire da pensieri ed emozioni che avverte come insostenibili. La soluzione più immediata a queste situazioni è rappresentata dall’abbuffata. Inoltre, anche chi soffre di BED può provare una profonda insoddisfazione verso il proprio corpo, spesso alimentata dai giudizi esterni e dai canoni estetici della società. 

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Chi può ammalarsi di binge eating?

Stando ai i dati, il disturbo da alimentazione incontrollata è il più comune tra i Disturbi Alimentari; nonostante ciò, le opzioni di trattamento per chi ne soffre sono le più limitate. Nello specifico, le statistiche suggeriscono che il binge eating interessa circa il 2% della popolazione, con una prevalenza di donne rispetto agli uomini. Inoltre, secondo l’articolo della Cleveland Clinic precedentemente menzionato, le diagnosi sono più frequenti tra gli adolescenti che tra gli adulti. 

Sintomi del binge eating disorder

“In alcuni periodi le mie abbuffate si ripetono per qualche giorno consecutivamente, in altri sono episodi isolati. Nei momenti di noia, nei momenti in cui sono nervosa, quando ho un pensiero negativo, inizio a pensare al cibo in modo ossessivo. Inizio a mangiare qualcosina e finisco con il mangiare ogni cosa […]. Quando finisco l’abbuffata inizio una dieta restrittiva, mi vieto tutto. Peso maniacalmente ogni cosa, ogni grammo in più lo elimino e mi capita di decidere di digiunare”.

Dall’articolo Che cos’è il Binge Eating? – Animenta racconta, sul blog di Animenta

Nello stesso contributo sopracitato, gli esperti della Cleveland Clinic indicano i principali sintomi del binge eating e le modalità di trattamento più frequentemente adottate. I sintomi più comuni includono i seguenti comportamenti: 

 

  • Mangiare oltre il senso di sazietà, fino al punto di provare malessere
  • Mangiare così velocemente da non rendersi conto della quantità di cibo che si sta ingerendo e di come ci si sente; 
  • Mangiare grandi quantità di cibo quando non si ha fame o dopo aver terminato un pasto; 
  • Mangiare in risposta allo stress emotivo (emotional eating); 
  • Mangiare da soli e di nascosto, evitando i pasti in compagnia di altre persone;
  • Organizzare i propri impegni in base alle abbuffate; 
  • Accumulare e conservare il cibo in spazi nascosti per consumarlo in seguito; 
  • Sviluppare pensieri ossessivi sul cibo e specifiche voglie di cibo;
  • Restringere frequentemente l’alimentazione, il che può causare fluttuazioni di peso. 


Un altro aspetto fondamentale è che l’abbuffata provoca senso di colpa, rimorso, vergogna e bassa autostima.

Binge eating disorder: trattamento

Con un piano terapeutico coerente e a lungo termine, guarire dal disturbo da alimentazione incontrollata è possibile. Generalmente, alla base del piano terapeutico vi è la psicoterapia, che si è dimostrata efficace per la maggior parte delle persone. I metodi più studiati e comprovati per il trattamento del binge eating sono:

  • La terapia cognitivo comportamentale: questo tipo di terapia aiuta il paziente ad analizzare i propri comportamenti e a esaminare i pensieri e le emozioni alla base di essi. Quindi, il terapeuta lavora con il paziente per rompere questi schemi e trovare modi più costruttivi di rispondere a tali pensieri ed emozioni.
  • La psicoterapia interpersonale: si tratta di una terapia individuale mirata e a breve termine che consiste nell’affrontare i conflitti e i fattori di stress attuali. In questo caso, il terapeuta si concentra sull’individuazione di soluzioni per alleviare le difficoltà più urgenti.

     

A seconda dell’individuo, il trattamento può includere anche una terapia farmacologica e un supporto nutrizionale. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, il binge eating disorder può comportare varie forme di malnutrizione. Ad esempio, le persone che soffrono di questo disturbo possono presentare carenze di micronutrienti (come vitamine e minerali) anche con un eccesso di macronutrienti (come zuccheri e grassi). In questo caso, possono essere utili degli integratori e un’educazione alimentare. Per alcuni pazienti, un piano nutrizionale strutturato e bilanciato può ridurre lo stress legato alla scelta degli alimenti, lasciando meno spazio a comportamenti impulsivi o dettati dall’emotività. Infine, sebbene la perdita di peso non sia l’obiettivo principale del trattamento, questo elemento collaterale può alleviare lo stress in alcune persone. 

Ad alcune persone può capitare di sperimentare delle abbuffate, ma quando questi episodi iniziano a presentarsi regolarmente (una o più volte a settimana), è possibile che si tratti di un disturbo. Se sospetti che tu o una persona a te cara possiate soffrire di binge dating, ti invitiamo a cercare assistenza professionale. Comestai mette a disposizione una rete di specialisti a cui è possibile chiedere aiuto: scrivici all’indirizzo info@comestai.net per una prima call conoscitiva gratuita.

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