Come si riconosce un Disturbo Alimentare?

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Un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si caratterizza da condotte alimentari disfunzionali che compromettono significativamente la salute fisica e mentale di chi ne soffre. Un DCA si manifesta spesso attraverso segnali che è importante conoscere e riconoscere. Nello specifico, i sintomi più comuni includono: una preoccupazione per il cibo, il corpo e il peso che incide sulla qualità della vita della persona; l’adozione di schemi rigidi nell’alimentazione e nell’esercizio fisico; una riduzione dell’apporto di cibo; un’alimentazione compulsiva; l’utilizzo di misure compensatorie per prevenire l’aumento di peso. È fondamentale sottolineare che, nei Disturbi Alimentari, il rapporto difficile con il cibo e il corpo è espressione di un disagio psicologico e di un dolore profondo intessuto nella storia della persona.

Spesso, i comportamenti alimentari disfunzionali che contraddistinguono queste patologie, come il controllo sul cibo e sul peso, rappresentano meccanismi di difesa rispetto a emozioni forti e situazioni dolorose. Come evidenziato da numerosi esperti, I Disturbi Alimentari sono potenzialmente letali per chi ne soffre in modo grave. In particolare, in assenza di un trattamento adeguato, la mortalità per Disturbi Alimentari può raggiungere il 20%; con la terapia, però, il tasso di mortalità scende al 2-3%. È quindi essenziale riconoscere il problema e cercare supporto professionale per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. 

Disturbi Alimentari: i principali campanelli d’allarme

Generalmente, i Disturbi Alimentari si manifestano attraverso sintomi sia fisici che psicologici. Da un punto di vista fisico, i principali campanelli d’allarme includono:

  • Importanti fluttuazioni di peso, sia verso l’alto che verso il basso;
  • Disturbi gastrointestinali;
  • Capogiri;
  • Difficoltà a concentrarsi;
  • Disturbi del sonno;
  • Problemi connessi alla salute dei denti, della pelle, dei capelli e delle unghie;
  • Debolezza muscolare;
  • Costante sensazione di freddo;
  • Nel caso delle donne, assenza del ciclo mestruale (amenorrea).

Per quanto riguarda l’aspetto psicologico e comportamentale, i sintomi più comuni sono: 

  • Preoccupazioni legate al peso, al corpo, alla dieta e al controllo del cibo;
  • Tendenza all’isolamento alla solitudine;
  • Evitamento di situazioni sociali che coinvolgono il cibo, dovuto all’impossibilità di controllare la quantità e la qualità degli alimenti;
  • Comportamenti ritualizzati (per esempio, sminuzzare il cibo o mangiare molto lentamente); 
  • Restrizione alimentare ed eliminazione di interi gruppi di alimenti;
  • Esercizio fisico frequente e intenso, nonostante la stanchezza, la malattia o gli infortuni, spesso per compensare quanto assunto con i pasti;
  • Episodi di abbuffate, talvolta seguiti da comportamenti compensatori;
  • Ansia e depressione; 
  • Paura di perdere il controllo; 
  • Sbalzi d’umore, rabbia e irritabilità.

Va detto che, per ciascuna diagnosi, è possibile individuare segnali più specifici, che i sintomi sopraelencati possono non valere per tutti e che ogni caso può presentare caratteristiche proprie. Tuttavia, essere consapevoli dei sintomi più diffusi ci rende attenti e capaci di riconoscere la presenza di un problema che richiede assistenza professionale. 

I Disturbi Alimentari possono essere invisibili

Benché sia possibile identificare un certo numero di campanelli d’allarme, non sempre risulta semplice riconoscere l’esordio o la presenza di una patologia alimentare. Ciò è dovuto, in primo luogo, al fatto che viviamo in una società in cui la cultura della dieta idealizza i corpi magri e normalizza comportamenti tossici, come l’eccessiva attenzione alle calorie, la classificazione dei cibi in “sani” e “proibiti” e l’ossessione per il consumo calorico attraverso l’attività fisica. Di conseguenza, assistere al cambiamento delle abitudini alimentari e del programma di allenamento di una persona potrebbe non destare particolari preoccupazioni. In secondo luogo, non sempre i Disturbi Alimentari si manifestano in modo evidente, ad esempio attraverso un calo ponderale importante. Stando ai dati, meno del 6% delle persone con DCA riceve una diagnosi di sottopeso. Inoltre, non necessariamente si riscontrano comportamenti allarmanti quali l’evitamento dei pasti o l’isolamento sociale. Ciò non rende meno validi sintomi psicologici come i pensieri disfunzionali legati al cibo, al peso e all’immagine del corpo. Una persona può avere un corpo apparentemente sano, mangiare in modo regolare e consumare pasti fuori casa, eppure avere difficoltà nell’affrontare determinati cibi fobici, provare ansia quando si trova con altre persone attorno a un tavolo e preoccuparsi per le conseguenze di un pasto diverso dal solito. In qualsiasi caso, la malattia è valida e va riconosciuta in quanto tale.

Che il Disturbo Alimentare sia visibile in superficie o meno, è fondamentale chiedere aiuto per guarire dalla sofferenza di cui i sintomi sono espressione. Realtà come Comestai sono qui per accompagnarti nel tuo percorso di recovery.

Articolo a cura di Sofia Lepri.

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