La dispercezione corporea può essere descritta come un’alterazione della percezione del proprio corpo, spesso riscontrata nei disturbi alimentari come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata, ma anche nella vigoressia, nell’obesità, nella depressione e in persone che, pur non manifestando alcuna malattia conclamata, vengono eccessivamente influenzate dalle immagini di perfezione trasmesse dai media. Quest’ultima evenienza si riscontra più frequentemente tra gli adolescenti e i giovani adulti.
Come si costruisce l’immagine corporea?
L’immagine che abbiamo del nostro corpo è una caratteristica dinamica che può cambiare nel corso della vita, ma la fase dell’adolescenza è cruciale per lo sviluppo di un’immagine corporea sana, per via delle transizioni legate all’età che si verificano durante questo periodo. Il contesto socioculturale influenza notevolmente il modo in cui gli adolescenti percepiscono il proprio corpo. L’influenza degli ideali corporei interagisce con il periodo critico dell’adolescenza, caratterizzato da modifiche fisiche rapide e diversificate, che includono cambiamenti nelle caratteristiche sessuali primarie e secondarie, nella forma, nelle dimensioni e nella composizione corporea. Le influenze sulla percezione dell’immagine corporea includono i media e i coetanei, che contribuiscono alle convinzioni sull’ideale corporeo. In particolare, i mass media possono portare gli adolescenti a interiorizzare gli ideali di attrattiva fisica e bellezza della società occidentale, portando a insoddisfazione corporea quando questi standard non sono soddisfatti. Recenti scoperte hanno anche dimostrato che un maggiore utilizzo dei social media, specialmente Instagram e Snapchat, è associato con una maggiore insoddisfazione corporea.
Il ruolo dei social media nella costruzione dell’immagine corporea
I processi psicologici e le pressioni sull’aspetto fisico da parte dei coetanei, della famiglia e dei media partecipano all’insorgenza e alla persistenza dell’insoddisfazione corporea: l’interiorizzazione e le pressioni per conformarsi a questi ideali corporei socialmente prescritti spiegano le associazioni tra il peso e la percezione del proprio corpo. Recentemente è stato anche osservato che un uso prolungato dei social network si associa a un peso corporeo inferiore e a un ideale di forma fisica più magra. Inoltre, le persone che fanno un uso intenso dei social media mostrano maggiori probabilità di sviluppare preoccupazioni sull’immagine corporea e un rischio più elevato di abbuffate emotive.
Il disturbo dell’immagine corporea compromette la relazione con il proprio corpo, con il cibo e, in molti casi, anche con lo sport e l’attività fisica. Nonostante il crescente interesse della comunità scientifica, ad oggi non se ne conosce precisamente la causa.
Il corpo nello sport
Recenti studi hanno confrontato i disturbi alimentari e dell’immagine corporea con le pressioni socioculturali e le aspettative agonistiche da parte dell’allenatore tra adolescenti e adulti e tra atleti di sesso maschile e femminile. Una scoperta interessante è stata che il vomito auto-indotto, l’abuso di lassativi e l’esercizio fisico eccessivo sono più frequenti nelle atlete adolescenti rispetto alle donne adulte, mentre la restrizione alimentare è più comune negli atleti adulti rispetto agli adolescenti. Le atlete adolescenti subiscono un’elevata pressione socioculturale da parte della famiglia e dei coetanei, in aggiunta alla pressione legata alla performance sportiva da parte dell’allenatore. L’uso di siti web e social media, ansia e depressione, disgusto specifico per il cibo, pressione sociale e sulla forma fisica, stigmatizzazione correlata al peso e interiorizzazione del pregiudizio sul peso sono stati identificati come fattori di rischio per i disturbi dell’immagine corporea.
Secondo alcuni studi le persone in sovrappeso o con obesità tendono a evitare la pratica sportiva. L’attività fisica è un fattore che promuove la salute, anche se va sottolineato che l’esercizio compulsivo è una strategia comunemente utilizzata per compensare l’assunzione calorica o ridurre il peso corporeo. Recenti revisioni della letteratura hanno rilevato che un’immagine corporea positiva è associata a una maggiore partecipazione allo sport.
L’associazione tra attività fisica e immagine corporea è complessa
Se da un lato l’esercizio fisico determina cambiamenti percettibili nel peso e nella composizione corporea, contribuendo ad aumentare l’autostima e portando a un miglioramento nella percezione corporea, dall’altro lato l’immagine corporea può scoraggiare la partecipazione allo sport. Sebbene le motivazioni non siano ancora del tutto chiarite, è interessante notare come il genere influenzi in modo diverso l’associazione tra attività fisica e immagine corporea. In questo contesto le donne mostrano una relazione più complessa. La stessa nozione di femminilità potrebbe contribuire a complicare la relazione, spingendo le donne a preoccuparsi dell’aspetto estetico anche quando sono impegnate nella pratica sportiva.
Il disturbo dell’immagine corporea in letteratura viene descritto come un’alterazione delle sue tre componenti: affettiva, cognitiva e percettiva.
- La componente affettiva riguarda i sentimenti e le emozioni provate per il proprio corpo, che appare diverso rispetto all’ideale di bellezza interiorizzato ed è responsabile dell’insoddisfazione corporea. È comune in questi casi provare rabbia, ansia, vergogna o disgusto osservandosi allo specchio o in fotografia.
- La componente cognitiva riguarda i pensieri e le credenze, spesso disfunzionali, relative al proprio corpo.
- La componente percettiva descrive la percezione della propria immagine corporea nel momento presente. Il proprio corpo viene immaginato, visto e percepito in modo alterato, portando a credere di essere in sovrappeso nonostante l’evidente deperimento organico o di essere poco voluminosi nonostante l’evidente ipertrofia muscolare. Questa distorsione non è solo visiva ma anche sensoriale, e più specificatamente riguarda la percezione del tatto affettivo.
Come descritto approfonditamente nel libro “Dieta e allenamento al femminile. Come raggiungere e mantenere il benessere della donna” (edizioni LSWR), nel corso degli anni sono state sviluppate numerose strategie terapeutiche per affrontare il disturbo dell’immagine corporea. Tra quelle più diffuse e conosciute ricordiamo la terapia ad approccio cognitivo-comportamentale, che prevede sessioni specifiche per ridurre le preoccupazioni relative al corpo, e il Body Project, finalizzato a ridurre l’insoddisfazione corporea, che ha coinvolto migliaia di ragazzi e ragazze di età scolare.
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