Se fai una rapida ricerca online per “segnali di un disturbo alimentare”, troverai innumerevoli siti web che elencano segnali di allarme e sintomi comuni, ma queste liste non sono esaustive. E sebbene alcuni segnali siano piuttosto intuitivi—come significativi cambiamenti di peso corporeo o diete estreme—ci sono molti altri segnali che spesso passano inosservati.
«Anche se l’anoressia di mia figlia è stata diagnosticata abbastanza rapidamente, sarebbe successo ancora prima se avessi saputo che un’improvvisa ossessione per il cibo, senza però mangiarlo, poteva essere un segno di un disturbo alimentare. Ho sempre cucinato e preparato dolci, quindi cercare e provare nuove ricette mi sembrava normale. Quello che non era normale era l’intensità: programmi di cucina, tutto il giorno, Pinterest pieno di ricette, organizzazione di tutte le ricette di famiglia, cucina e dolci spettacolari… ma senza mai assaggiarne nemmeno un morso».
Questo comportamento osservato è solo uno dei tanti segnali meno evidenti di un disturbo alimentare. Sensibilizzare su questi sintomi è fondamentale, poiché un’enorme quantità di disturbi alimentari non viene visto e quindi non si riesce a ricevere una diagnosi: in uno studio, solo il 10% degli studenti universitari che riportavano sintomi ha ricevuto una diagnosi. Inoltre, molti dei disturbi che vengono diagnosticati avrebbero potuto essere individuati prima se le persone care fossero state consapevoli dei segnali meno evidenti—e ciò è importante perché l’intervento precoce aumenta significativamente le probabilità di guarigione.
Perché alcuni segnali dei disturbi alimentari passano inosservati?
Può essere difficile individuare un disturbo alimentare per diversi motivi. Innanzitutto, molti comportamenti vengono tenuti segreti, e chi ne soffre spesso fa di tutto per nasconderli. Ma anche i segnali visibili a volte passano inosservati—oppure li notiamo, ma non li riteniamo preoccupanti. Ecco alcune possibili ragioni:
L’influenza della cultura della dieta:
Molti segnali di disturbi alimentari sono socialmente accettati, se non addirittura lodati. Allenarsi due volte al giorno, sette giorni su sette? Grande! Limitare calorie e gruppi alimentari? Vorrei avere la tua disciplina! Hai perso qualche chilo? Che sogno!
La a società ha normalizzato comportamenti che possono essere segnali d’allarme, come iniziare una dieta “più sana”, mangiare meno dolci, saltare i pasti o “dimenticarsi” di mangiare.
Fraintendimenti medici:
A volte i segnali vengono ignorati perché figure autorevoli li minimizzano. I genitori spesso si sentono dire dal medico che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Potrebbero sentirsi dire frasi come: «sono solo schizzinosi», «passerà con l’età», o «è positivo che vogliano mangiare in modo più sano». Ma spesso questi medici non hanno una formazione adeguata sui disturbi alimentari.
Falsi miti sull’aspetto fisico:
Un’altra ragione per cui i segnali possono passare inosservati è che la persona non corrisponde allo stereotipo di chi “sembra” avere un disturbo alimentare. Se non sono bianchi, ricchi, magri, o se non sono ragazze cisgender, spesso non vengono considerati a rischio: questo stereotipo prende il nome di “The Swag Stereotype“.
La verità è che i disturbi alimentari colpiscono persone di tutte le età, generi, etnie, classi sociali e corporature. Non si può dire se qualcuno abbia o meno un disturbo alimentare solo guardandolo.
Segnali nascosti di disturbi alimentari spesso trascurati
Di seguito sono elencati segnali meno ovvi e più difficili da individuare. Questa lista non è esaustiva, ma può essere un utile punto di partenza.
- Cucinare e preparare dolci senza mangiarli:
Molti genitori ricordano momenti in cui i figli hanno preparato cene, pranze e dolc…ma non hanno mangiatto nulla di quello che avevano cucinato; - Non mangiare in presenza di altri:
Desiderare di mangiare solo da soli può essere una strategia per evitare del tutto il cibo. - Incoraggiare gli altri a mangiare cibi calorici che loro evitano:
Guardare gli altri mangiare può soddisfare simbolicamente il desiderio di cibo, questo comportamento prende il nome di alimentazione vicaria. - Rifiutare morsi minuscoli di cibo:
Chi soffre di Disturbi Alimentari può rifiutare perfino un pezzetto di gomma o una briciola, oppure non voler condividere cibo per paura di alterare i propri calcoli calorici. - Ossessione per cosa mangiano gli altri:
Domande insistenti su cosa hanno mangiato gli altri, o su che gusto abbia un cibo che non vogliono assaggiare. - Rigidità sul cibo:
Essere estremamente turbati se un alimento è “sbagliato” (marca diversa, condimento versato anziché a parte, ecc.). - Cambiamenti nella personalità:
Umore alterato, irritabilità, isolamento possono essere segni di malnutrizione e stress mentale. - Regressione a comportamenti infantili:
Chiamare la madre “mamma” invece di “mammina” a 17 anni, ad esempio, può indicare regressione come strategia di coping. - Routine rigida:
Puntualità estrema o necessità di seguire orari inflessibili, specialmente per i pasti. - Insonnia o problemi di sonno:
La fame mantiene il cervello in allerta. I disturbi alimentari alterano anche la melatonina. - Isolarsi da amici e famiglia:
Evitare eventi sociali, soprattutto se legati al cibo, può indicare priorità date al disturbo piuttosto che alle relazioni.
Nessuno di questi segnali è una diagnosi certa. Qualcuno può avere un disturbo alimentare anche senza mostrarli, o mostrarli senza avere un disturbo. Ma conoscerli può aiutare a intervenire presto.
Come affrontare i primi segnali di un disturbo alimentare
Se sei preoccupato per te stesso o una persona cara, non ignorarlo. I disturbi alimentari non spariscono da soli e peggiorano se non affrontati. Ecco alcuni consigli:
Parlare con una persona cara
- Scegli il momento giusto: Privato, tranquillo, lontano dai pasti.
- Usa frasi con “io”: “Ho notato che hai smesso di fare colazione. Mi racconti perché?”
- Dai esempi specifici: È più efficace che parlare in modo vago.
- Sii curioso, non giudicante: L’obiettivo è creare uno spazio sicuro.
- Aspettati resistenza: È normale trovare rifiuto o negazione.
- Non forzare: Potrebbero servire più conversazioni. Anche chi non è pronto può iniziare la cura e guarire.
Cercare aiuto professionale
- Lavora con un team multidisciplinare: Terapeuta, dietista, medico, e magari psichiatra.
- Esplora le opzioni di trattamento: In presenza o online (come Comestai). Ci sono diversi livelli di intensità del trattamento
- Usa risorse gratuite disponibili oline come il nostro blog o la comunicazione che fanno molte associazioni come Animenta, Foodnet, la Fondazione Fiocchetto Lilla e tanti altri.
Qualcuno ti consiglierà di fare un test online per i Disturbi Alimentari che può essere un primo punto di partenza ma non sempre riesce a recepire quello di cui si ha necessità. In Comestai puoi prenotare il primo colloquio gratuito per capire se siamo il posto adatto a te per cominciare il percorso di recovery.
L’importanza dell’intervento precoce
I disturbi alimentari non si risolvono spontaneamente. Più si aspetta, più diventano gravi. Intervenire presto significa regalare più vita vissuta in libertà, invece che imprigionati dal disturbo alimentare.