L’iperattività nei Disturbi Alimentari

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L’esercizio fisico, generalmente considerato una componente essenziale di uno stile di vita sano, può diventare problematico quando praticato in modo eccessivo. Quando si trasforma in una vera e propria forma di iperattività. Questo fenomeno, che può presentare i caratteri della compulsività, può avere gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale.

L’esercizio fisico eccessivo è un sintomo caratteristico di alcune forme di disturbo alimentare. Se ne parla per la prima volta nella IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM). Può essere definito eccessivo quando la durata, la frequenza e l’intensità superano quanto è necessario per ottenere benefici per la salute e aumentano il rischio di produrre danni fisici.

Descrive un tipo particolare di attività fisica spesso svolta dalle persone affette da disturbi alimentari, utilizzato come strategia per ridurre il peso corporeo, compensare gli episodi di abbuffate oppure per contrastare i trattamenti medici finalizzati al ripristino di un peso corporeo sano.

Quando diventa eccessivo l’esercizio fisico diventa eccessivo?

L’esercizio fisico può essere considerato eccessivo quando:

• interferisce in modo significativo con le attività importanti della vita;

• si verifica in momenti o in contesti inappropriati;

• prosegue nonostante la presenza di lesioni o altre complicanze mediche.

L’esercizio fisico eccessivo può essere eseguito in vari modi, per esempio nelle attività quotidiane, come camminare eccessivamente o rimanere in piedi al posto di stare seduti, nelle attività sportive, come allenarsi oltre al piano previsto dall’allenatore o andare in palestra più volte in un giorno, ma anche con azioni anomale, come eseguire un numero eccessivo di flessioni o addominali.

L’iperattività fisica può, ad esempio, essere responsabile di numerose complicanze mediche e psicologiche, come l’isolamento sociale e le alterazioni del funzionamento lavorativo o scolastico, la sindrome da sovrallenamento (overtraining) e la triade dell’atleta.

L’impatto sulla salute psico-fisica

Dal punto di vista fisico, può causare lesioni muscolari, articolari e ossee, nonché problemi cardiaci e metabolici. La mancanza di un recupero adeguato può indebolire il sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie infettive. Inoltre, può contribuire alla malnutrizione e alla perdita di massa muscolare, aggravando ulteriormente lo stato di salute già compromesso dall’alterata assunzione di cibo.

Dal punto di vista psicologico, può intensificare i sintomi dei disturbi alimentari, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. La dipendenza dall’esercizio può isolare l’individuo dalle relazioni sociali e dalle attività quotidiane, riducendo la qualità della vita e aumentando il rischio di sviluppare ansia e depressione.

Il trattamento

Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga medici, psicologi, dietisti e altri professionisti della salute. È fondamentale affrontare sia gli aspetti fisici sia quelli psicologici, aiutando l’individuo a sviluppare un rapporto più sano con l’esercizio fisico e con il proprio corpo. La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di questi comportamenti, aiutando i pazienti a riconoscere e modificare i pensieri e le abitudini disfunzionali legati all’esercizio fisico e al controllo del peso.

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