Disturbi Alimentari: quando chiedere aiuto fa paura

Il miglior momento per chiedere aiuto è adesso

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Come poter guarire da un Disturbo Alimentare?” “Come desiderare di guarire da un Disturbo Alimentare?” Sono alcune delle domande e anche delle ricerche che molte persone che affrontano un Disturbo Alimentare si fanno prima di chiedere aiuto o di cominciare un percorso di cura da un DCA.

“‘Ambivalente’ è come molte persone si sentono riguardo alla guarigione, probabilmente per la maggior parte del loro percorso. “Mi sentivo motivata e pronta ad andare avanti, poi finivo la giornata dicendomi: ‘Domani entro lì e dico che mi arrendo! E sbatto la porta quando esco!’ Invece, mi presentavo il giorno successivo e facevo tutto da capo. E oggi penso che forse andava bene così” – afferma Jamie Drago, Peer Mentor di Equip.

Ci sono molte ragioni per cui le persone si sentono ambivalenti riguardo alla guarigione. Il cambiamento—qualunque cambiamento—è difficile, anche quando sappiamo che è qualcosa di ‘buono’ per noi o qualcosa che vogliamo attivamente. L’ambivalenza è una parte fondamentale della condizione umana.

Perché potresti sentirti ambivalente riguardo alla guarigione

È naturale che gli esseri umani provino sentimenti contrastanti riguardo alle transizioni e ai cambiamenti di ogni tipo—e questo diventa ancora più intenso quando è coinvolto un problema complesso di salute mentale. Quando aggiungi un disturbo alimentare alla miscela, quell’ambivalenza è amplificata perché, per molte diagnosi, i comportamenti che mantengono attivo il disturbo alimentare stanno svolgendo una funzione. Se togli questi comportamenti, perdi l’accesso a una sorta di rete di sicurezza, e questa è una cosa spaventosa da intraprendere perché è nuova, è incerta.

Infatti, i disturbi alimentari sono malattie egosintoniche – significa che la malattia è allineata con l’immagine di sé e i valori di una persona – e quindi chi ne soffre potrebbe non voler guarire affatto, potrebbe non capire che è necessario ricevere un supporto. Ovviamente, questo senso di allineamento è un sintomo del disturbo alimentare stesso. Spesso accade che ci affronta un Disturbo Alimentare vuole chiedere aiuto e cominciare un percorso di guarigione, allo stesso tempo si sente la necessità di mantenere almeno un aspetto del disturbo alimentare (per esempio, un basso peso) mentre abbandonano altri aspetti (per esempio, i pensieri ossessivi). Il tema è che questi due aspetti sono intrecciati e non puoi davvero cambiarne una senza cambiarle entrambe.

C’è un altro motivo importante per cui le persone potrebbero sentirsi ambivalenti riguardo alla guarigione, ed è piuttosto semplice: guarire è difficile. Sfidare le convinzioni della malattia o le paure radicate è spaventoso. Per molte persone, i disturbi alimentari stanno svolgendo una funzione, sono funzionali alla gestione di un vissuto o di un dolore complesso. Sarebbe difficile essere al 100% sicuri di rinunciarvi se non sai quale sarà l’esito.

Il contributo della nostra cultura

Ci sono anche fattori socio-culturali che possono contribuire all’ambivalenza. Cercare di affrontare una società immersa nella cultura della dieta può essere incredibilmente disorientante per chiunque stia considerando la guarigione. Purtroppo, viviamo in un mondo che confonde la magrezza con la salute e considera certi cibi “buoni” e altri “cattivi”—e poiché molti dei principi della guarigione si oppongono direttamente a queste credenze della cultura della dieta, può essere difficile scegliere quella strada, anche se sai che è quella giusta. Circondati da tutti questi messaggi contrastanti, anche chi davvero vuole guarire può avere un conflitto interiore e provare sentimenti contrastanti verso il percorso di guarigione.

Questo può essere particolarmente vero per le persone il cui corpo non corrisponde agli ideali della società (nocivi e irrealistici). “Qualcosa che ho sentito dire da molte persone con corpi più grandi è che vivere nella nostra società, costantemente affrontando lo stigma del peso, è davvero difficile sfidare un disturbo alimentare quando le persone—anche i professionisti della salute—stanno effettivamente incoraggiando comportamenti che rinforzano i pensieri e i comportamenti legati al disturbo alimentare”, dice Drago.

Come l’ambivalenza può ostacolare la guarigione

L’ambivalenza è quella zona grigia in cui pensi di cambiare e resti bloccato nell’inazione. Ma se non agisci, se non fai un passo, nulla cambierà; se non cerchi di avvicinarti alla guarigione, non ci arriverai. È un circolo vizioso, un non-starter. Non puoi continuare a fare la stessa cosa e aspettarti un risultato diverso, e quella paura del cambiamento manterrà attivo il disturbo alimentare e in controllo, rendendo la guarigione fuori portata.

Molte persone sentono di dover essere completamente “pronte” o “sicure” prima di intraprendere il percorso di guarigione. L’ambivalenza può essere davvero insidiosa, si possono affermare frasi molto simili a: ‘Beh, io non voglio neanche guarire,’ ‘Non posso guarire se non sono d’accordo su X o Y’ o ‘Guarirò, ma solo a determinate condizioni.’”

Indipendentemente da come si manifesta, l’ambivalenza può essere un ostacolo nel percorso di guarigione.

Come superare l’ambivalenza e impegnarsi nella guarigione

L’ambivalenza può essere difficile da gestire in ogni contesto, ma è particolarmente difficile affrontarla da soli—per questo è così fondamentale cercare un supporto se tu o una persona cara sta lottando con un disturbo alimentare. Chiedi aiuto. Trova un terapeuta, una dietista, un team, qualcuno che ti possa supportare in modo che tu abbia delle persone dalla tua parte nei giorni in cui ti senti motivato, e soprattutto nei giorni in cui non lo sei.

È anche importante riconoscere che, in molti modi, un certo livello di ambivalenza è parte del percorso—ma non deve essere un ostacolo insuperabile nel processo di guarigione. L’ambivalenza è parte della vita, dei disturbi alimentari, del cambiamento; aspettati di non capire il perché dovresti chiedere aiuto ma non lasciare che questo determini le tue azioni.

Ecco cosa puoi fare

A chi sta lottando con quel senso di ambivalenza, consigliamo di fare una lista di pro e contro della guarigione, che può aiutare a chiarire la vera motivazione che spinge al desiderio di cambiamento. E concediti la possibilità di essere imperfetto e non lasciare che un pasto, un giorno o una settimana negativa ti porti a decidere di abbandonare completamente le azioni per la guarigione. Non è tutto o niente, anche quando la tua mente ti dice che lo è.

Il percorso verso la guarigione può iniziare in qualsiasi momento—anche quando le condizioni non sembrano proprio giuste o il viaggio sembra confuso e incerto. Spesso si aspetta così tanto tempo per sentirsi ‘pronti’ a guarire, si prova per tanto tempo a trovare un modo per tenere alcune parti del disturbo. Eppure se continuiamo ad aspettare di sentirci pronti o di essere completamente d’accordo, saremo sempre in attesa.

Se tu o una persona cara state affrontando un disturbo alimentare, non aspettate di sentirvi completamente ‘pronti’ per chiedere aiuto. Potete iniziare il percorso di guarigione anche se dentro di voi c’è solo una piccola voce che sa che è la scelta giusta. Parla con il tuo medico o con un professionista della salute mentale, o pianifica una chiamata con un professionista del team Comestai per parlare delle tue preoccupazioni.

Il miglior momento per chiedere aiuto è adesso

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