Disturbi Alimentari in adolescenza: cosa c’è da sapere?

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I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano un gruppo di patologie complesse che colpiscono soprattutto adolescenti e giovani adulti, influenzando non solo la salute fisica, ma anche quella psicologica e sociale. Essi includono disturbi come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata e altri disturbi specificati o non specificati del comportamento alimentare.

Epidemiologia e statistiche

I disturbi alimentari hanno un’incidenza elevata tra gli adolescenti, con una prevalenza stimata tra il 3% e il 5% nella popolazione generale, anche se il numero di individui con sintomi sottosoglia potrebbe essere molto più elevato. Le ragazze sono colpite in misura maggiore rispetto ai ragazzi, con un rapporto di circa 9:1, ma è fondamentale sottolineare che i tassi di disturbi alimentari nei maschi sono in aumento.

Secondo un rapporto dell’OMS, i disturbi alimentari rappresentano una delle principali cause di mortalità tra gli adolescenti. L’anoressia nervosa ha una prevalenza dello 0,3% nelle ragazze adolescenti e dello 0,02% nei ragazzi, mentre la bulimia nervosa colpisce lo 0,9% delle adolescenti e lo 0,1% dei ragazzi. Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), purtroppo meno studiato e più difficilmente riconosciuto, si stima che colpisca circa il 2% degli adolescenti.

Sintomi e classificazione dei Disturbi Alimentari

I disturbi alimentari si manifestano attraverso una vasta gamma di sintomi, che possono variare per intensità e durata. Di seguito una classificazione basata sul DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).

1. Anoressia Nervosa (AN)

Sintomi principali: paura intensa di ingrassare, restrizione dell’apporto calorico, immagine corporea distorta, peso significativamente basso.

Impatto psicologico: La paura ossessiva di aumentare di peso, unita a un controllo estremo sul cibo, può portare a un isolamento sociale, ansia e depressione.

Conseguenze fisiche: malnutrizione, amenorrea, osteoporosi, danni agli organi, potenzialmente letali.

2. Bulimia Nervosa (BN)

Sintomi principali: abbuffate ricorrenti seguite da comportamenti compensatori come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.

Impatto psicologico: I pazienti soffrono spesso di sensi di colpa e vergogna, associati alla perdita di controllo durante le abbuffate, sviluppando disturbi dell’umore e dell’autostima.

Conseguenze fisiche: erosione dentale, squilibri elettrolitici, problemi gastrointestinali, potenzialmente dannosi per la vita.

3. Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED)

Sintomi principali: episodi di abbuffate senza comportamenti compensatori, spesso associati a sensi di colpa e angoscia.

Impatto psicologico: Il senso di colpa, vergogna e bassa autostima sono comuni, così come l’ansia e la depressione. Spesso i pazienti sono vittime di bullismo o discriminazione legata al peso.

Conseguenze fisiche: obesità, diabete di tipo 2, ipertensione e altre patologie legate al sovrappeso.

4. Altri Disturbi Alimentari Specificati o Non Specificati (OSFED e USFED)

• Questi includono casi che non soddisfano pienamente i criteri per AN, BN o BED, ma presentano comunque comportamenti patologici legati al cibo e all’immagine corporea, con significative conseguenze sulla salute.

Impatto Psicologico

I disturbi alimentari in adolescenza sono spesso correlati a disturbi psichiatrici comorbidi come depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, ansia e, in alcuni casi, autolesionismo o ideazione suicidaria. Questi disturbi sono spesso il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e culturali, con pressioni sociali e mediatiche che promuovono ideali corporei irrealistici.

L’adolescente può sviluppare un rapporto profondamente distorto con il proprio corpo e con il cibo, utilizzando il controllo alimentare come meccanismo di gestione delle emozioni, dell’autostima e delle relazioni sociali. Il cibo diventa una metafora per il controllo personale, in un contesto in cui il corpo è percepito come un elemento da dominare piuttosto che da curare. 

Questa condizione crea un enorme senso di disagio e sofferenza nel soggetto affetto e l’impatto psicologico del disturbo è un fattore da tenere sempre a mente quando ci si relaziona con i pazienti.

Percorsi di Cura e Terapia

I trattamenti per i disturbi alimentari richiedono un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, psicologi, nutrizionisti, psicologi e, in molti casi, la famiglia. Le principali forme di trattamento includono:

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

È considerata una delle terapie più efficaci, specialmente per la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata. Aiuta i pazienti a riconoscere e cambiare i modelli di pensiero disfunzionali riguardanti il cibo, il peso e l’immagine corporea.

2. Terapia Familiare (Family-Based Treatment – FBT)

Particolarmente efficace per gli adolescenti con anoressia nervosa, questa terapia coinvolge attivamente i genitori nel processo di recupero, insegnando loro come sostenere il giovane nel ripristino di un’alimentazione sana.

3. Trattamenti Nutrizionali

La consulenza nutrizionale è fondamentale per ristabilire abitudini alimentari equilibrate e correggere le carenze nutrizionali. I nutrizionisti educano i pazienti a una sana relazione con il cibo, evitando estremismi dietetici.

4. Farmacoterapia

In alcuni casi, farmaci antidepressivi o ansiolitici possono essere prescritti per trattare i sintomi associati, come ansia o depressione. Inoltre, specifici integratori per sopperire a eventuali carenze nutrizionali possono essere indicati. Tuttavia, la farmacoterapia non è sufficiente come trattamento autonomo per i disturbi alimentari.

5. Interventi Psicosociali

Gli interventi di supporto, inclusi i gruppi di sostegno e le terapie di gruppo, possono essere utili per affrontare l’isolamento sociale e offrire uno spazio di condivisione con altre persone che vivono esperienze simili.

Prognosi

La prognosi varia a seconda del tipo di disturbo e della tempestività del trattamento. L’anoressia nervosa è il disturbo alimentare con il più alto tasso di mortalità tra i disturbi psichiatrici, sia per complicazioni mediche sia per suicidio. Tuttavia, un trattamento tempestivo e mirato può migliorare significativamente l’esito. Per la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata, i tassi di recupero sono più elevati, ma è necessario un impegno a lungo termine per prevenire ricadute.

L’importanza di un approccio inclusivo

È cruciale che la narrazione e la cura dei disturbi alimentari siano inclusive. I DCA colpiscono individui di tutte le etnie, generi, orientamenti sessuali e classi sociali. L’attenzione deve quindi essere rivolta a riconoscere le diverse esperienze e non limitare la percezione di questi disturbi a stereotipi. Ad esempio, i maschi e le persone LGBTQ+ sono spesso sottodiagnosticati, nonostante siano ugualmente vulnerabili.

La cura inclusiva implica anche sensibilità culturale e una comprensione delle differenti pressioni sociali che vari gruppi possono affrontare. Promuovere una narrazione più sfaccettata e rappresentativa può ridurre lo stigma, facilitare l’accesso alle cure e migliorare la prognosi per tutti i pazienti.

Bibliografia

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  • Fairburn, C. G., & Harrison, P. J. (2003). “Eating disorders.” Lancet, 361(9355), 407-416.
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    Pastore, Maria et al. – The Journal of Pediatrics, Volume 263, 113733

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